Rivoluzione ecologica e critica al capitalismo

Nel panorama contemporaneo, dove le sfide ambientali si intrecciano inesorabilmente con quelle sociali ed economiche, emerge con sempre maggiore rilevanza il pensiero di Herbert Marcuse. Figura di spicco della Scuola di Francoforte, Marcuse ha contribuito in maniera sostanziale alla critica del capitalismo attraverso una lente ecologica, anticipando temi cruciali per il dibattito attuale sull'ambiente e la giustizia sociale.

Marcuse, tra i primi a formulare una critica ecologica del capitalismo già dagli anni Settanta, contestò il produttivismo sfruttatore di risorse naturali come pilastro fondamentale del sistema economico dominante. Questa visione era radicata nella sua analisi della produzione capitalistica, che, anziché liberare l'umanità, generava una crescente distruzione sia dell'ambiente naturale esterno che della "natura interna" umana.

Il concetto di "produzione distruttiva" di Marcuse evidenzia come il capitalismo, attraverso la sua incessante ricerca del profitto, non solo depleti le risorse ambientali ma generi anche una "distruttività oscena". Questo processo, sempre secondo Marcuse, è intrinsecamente legato alla necessità di perpetuare il lavoro alienato e lo sfruttamento, facendo della distruzione dell'ambiente un elemento integrato e necessario per mantenere il sistema economico.

L'analisi di Marcuse si estende anche alla dimensione geopolitica, dove identifica come il capitalismo, attraverso guerre e forme di colonialismo, estenda il proprio dominio non solo sugli esseri umani ma anche sulla natura stessa. La guerra del Vietnam, ad esempio, non solo rappresentò una brutalità militare, ma anche un attacco alla natura e alla vita quotidiana dei vietnamiti, utilizzando la distruzione come strumento di controllo e dominio.

Secondo il filosofo, la risposta a questa logica oppressiva non può limitarsi a riforme superficiali o a miglioramenti estetici dell'ambiente. Al contrario, egli sosteneva la necessità di una "lotta militante socialista" che affondasse le proprie radici nelle masse, rivolgendosi alle basi stesse del sistema capitalistico. Questo approccio implica una politicizzazione radicale dell'energia erotica, mobilitando non solo contro la distruzione ambientale ma anche contro le strutture sociali e politiche che la sostengono.

Tuttavia, Marcuse era anche critico nei confronti di un ecologismo che si accontentasse di miglioramenti superficiali senza affrontare le radici profonde del capitalismo. Questo scetticismo si estendeva anche verso una possibile integrazione dell'ecologismo nel mainstream politico, sottolineando la necessità di un movimento autentico e radicale che non si lasciasse cooptare dalle istituzioni esistenti.

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