Il potere dell'immaginazione
Molti decenni dopo la pubblicazione de "L'uomo a una dimensione" (1964), l'analisi di Herbert Marcuse sul potere consumistico e la repressione della razionalità critica nella società capitalista conserva ancora una preoccupante attualità.
L'odierna società unidimensionale, descritta da Marcuse come dominata dalla logica del profitto e del consumo, ha prodotto un'alienazione diffusa, soprattutto nelle classi subalterne, svuotando l'esistenza umana di senso e riducendo l'immaginazione a mero strumento di propaganda.
La critica di Marcuse si estende anche al modello sovietico, incapace di liberare l'uomo dalla morsa del materialismo e del controllo statale dell'esistenza umana. In questo contesto, lo slogan "l'immaginazione al potere" lanciato dai movimenti del '68 assume un valore ancora più profondo, come anelito a una società libera dalla repressione e capace di valorizzare la creatività e il pensiero critico.
Tuttavia, l'idea di una rivoluzione guidata dall'immaginazione si scontra con la realtà di un sistema che sfrutta sapientemente i bisogni indotti e l'omologazione di massa per mantenere il potere. Il film "La classe operaia va in paradiso" di Elio Petri rappresenta emblematicamente questa alienazione, mostrando la disillusione e la rabbia di un operaio modello di fronte allo sfruttamento e alla mancanza di libertà.
Anche Pier Paolo Pasolini, con la sua opera intellettuale, ha denunciato la "mutazione antropologica" degli italiani imposta dalla società consumistica, evidenziando il pericolo di un "sviluppo senza progresso". La sua ricerca di una via di fuga da questa realtà omologante lo ha portato a sperimentare nuove forme espressive e a rivendicare il valore della cultura come bene "inconsumabile".
Se la borghesia del passato era capace di slanci rivoluzionari, la sua versione odierna, appagata dal benessere e dal consumismo, sembra aver perso la spinta propulsiva verso il cambiamento. Tuttavia, la situazione attuale, segnata da crisi pandemiche, guerre e disastri ambientali, potrebbe risvegliare le coscienze, soprattutto tra le nuove generazioni.
L'urgenza di "dare più potere all'immaginazione" diventa fondamentale per affrontare le sfide del presente e costruire un futuro più sostenibile e giusto. La riscoperta del pensiero critico e la connessione con l'intelligenza umana, libera dalle logiche numeriche delle macchine, sono i presupposti per elaborare un'ecologia umana integrale, come auspicato da Papa Francesco nella sua enciclica.
In un'epoca dominata dall'intelligenza artificiale, è più importante che mai coltivare l'immaginazione, fonte di creatività e innovazione. Solo attraverso il pensiero libero e immaginifico possiamo sperare di superare gli ingombranti limiti imposti dalla società unidimensionale e costruire un mondo migliore.