L'arte è il linguaggio del possibile
Nel pensiero marcusiano, l’arte non è mai un elemento accessorio o un semplice rifugio estetico, ma si rivela un fenomeno di fondamentale importanza ontologica, politica e culturale. Essa è la chiave per comprendere e trasformare il mondo, un ponte tra ciò che è e ciò che potrebbe essere. Analizzando Marcuse, scopriamo che l’arte è non solo un’espressione del desiderio umano, ma anche una necessità radicale per l’emancipazione. L’arte come veicolo di emancipazione Nel suo libro "L’uomo a una dimensione" (1964), Marcuse denuncia l’assorbimento dell’individuo nella logica della società tecnologica avanzata, che livella la complessità umana e soffoca il potenziale di cambiamento. L’arte, secondo il filosofo, rappresenta un antidoto a questa alienazione. La sua capacità di immaginare un mondo alternativo la rende rivoluzionaria: l’arte non si limita a riflettere la realtà, ma la supera, sfidandone i confini. Il filosofo del Sessantotto considera l’arte come uno spazio di libertà ...